Il progetto “NON FARE DELLA TUA VITA UN GIOCO”, finanziato dal Ministero Del Lavoro e Delle Politiche Sociali per l’annualità 2017 a valere sul Fondo per il finanziamento di progetti e attività di interesse generale nel terzo settore di cui all’art. 72 del decreto legislativo n.117/2017, ha l’obiettivo di sensibilizzare ed educare i consumatori in generale e i giovani dai 15 ai 25 anni in particolare, al gioco responsabile, solidale e legale, promuovendo di contro l’attività sportiva e i suoi ideali di correttezza, lealtà, sacrificio, trasparenza e rispetto delle regole del gioco, valori insostituibili da trasmettere ai giovani per prevenire e contrastare il fenomeno della ludopatia e delle altre forme di disagio ad essa correlate.
ll progetto, con rilievo nazionale, pone particolare attenzione alle regioni del Centro-Sud, che presentano una maggiore incidenza dei fenomeni della ludopatia.
Il progetto Non fare della tua vita un gioco conduce è una campagna di prevenzione e contrasto del gioco d’azzardo patologico (ludopatia) e delle forme di disagio ad esso collegate. L’Italia è il mercato europeo più importante nel settore del gioco: 102 miliardi di euro nel 2017 è il fatturato del solo mercato legale, con una tendenza duratura alla crescita. È un settore che ha raddoppiato il suo volume di affari in soli 9 anni.
Abbiamo assistito al consistente ampliamento dell’offerta di giochi e dei canali di accesso, inclusi i PC e ancora di più ora con gli smartphone. Il gioco online ormai è raggiungibile h24, eliminando finanche le barriere fisiche. Dall’altra parte si sono intensificate via via le campagne pubblicitarie aventi come oggetto giochi, lotterie, scommesse, che puntano l’attenzione soprattutto sulla facilità non solo di gioco, ma di vincita.
Sono oltre 1 milione le persone dipendenti dal gioco e quasi 2 milioni i giocatori a rischio, ovvero coloro che investono somme importanti in relazione al proprio tenore di vita e che giocano molto assiduamente, pur non essendo giocatori compulsivi. Il progetto offre un suo contributo alle attività di educazione sociale messe in campo dalle istituzioni e dalla società civile.
La campagna di sensibilizzazione realizzata con il progetto Non fare della tua vita un gioco si propone di mostrare il GIOCO non più come un qualcosa di patologico, che rovina la vita propria e di chi è intorno, che porta al disastro economico e al sovra-indebitamento, che isola e distrugge.
Ma il GIOCO è illustrato nella sua accezione positiva di svago, benessere, capacità di far socializzare attraverso, per esempio, giochi di abilità condivisi, pratica sportiva e, soprattutto, attraverso i modelli comportamentali positivi da imitare, come i campioni sportivi.
La lunga e profonda crisi economica ha deteriorato il potere d’acquisto delle famiglie e determinato situazioni diffuse di povertà e disagio sociale, alle quali un forte aumento della tendenza ad “affidarsi alla sorte” ha visto associarsi l’attitudine al gioco assiduo, quando non patologico. Molti individui e famiglie che non dispongono più di risorse sufficienti alla conduzione di una vita dignitosa, hanno cercato nel gioco, anche d’azzardo, un rifugio ed una chance di riscatto, cadendo facilmente in un circolo vizioso di dipendenza e progressivo, ulteriore impoverimento e sovra-indebitamento.
Le regioni del Mezzogiorno e le zone rurali presentano una più elevata incidenza, rispetto alla media nazionale, della disoccupazione e della sottooccupazione, della povertà e del basso livello culturale, come anche dell’infiltrazione nel tessuto sociale da parte di organizzazioni criminali, che prosperano sul gioco d’azzardo – legale e illegale – e sul connesso fenomeno dell’usura (il 10% dei giocatori patologici è vittima di usura). Per questo crediamo che sia necessario un impegno forte nelle attività di sensibilizzazione ed educazione al gioco responsabile.
Con particolare attenzione alle aree dove è più diffuso il disagio socio-economico, la campagna del progetto Non fare della tua vita un gioco promuove modelli di comportamento e sistemi valoriali che contrastano le sottoculture atte a favorire la diffusione del gioco d’azzardo: la superstizione, la tendenza ad affidarsi al fato, l’indulgenza verso la malavita che in qualche modo alimenta il sistema economico locale.
Il progetto veicola, infatti, un modello di interpretazione della realtà e di risposta individuale ai problemi sociali, basato su agenti di socializzazione e contrasto alla devianza, come la pratica sportiva e la cittadinanza attiva, il ricorso al sostegno istituzionale e la solidarietà. In questo modo, si favorisce la percezione di alternative possibili al percorso di emarginazione inesorabile che chi si percepisce privo di speranza e di prospettiva può intraprendere iniziando a giocare d’azzardo.
I giovani e giovanissimi giocatori rappresentano una categoria a rischio potenzialmente molto elevato, più delle altre esposte al richiamo del gioco illegale, ove il limite di età li escluda dal gioco legale. Ciò anche in relazione al ridursi delle aspettative di realizzazione professionale, con il persistere della grave disoccupazione giovanile: chi si percepisce “senza futuro” può essere facilmente spinto a tentare la sorte, alla ricerca di una soluzione alternativa per la propria sussistenza.
Occorre dare un messaggio forte di incoraggiamento ai ragazzi che si affacciano alla vita fuori della famiglia senza certezze di un futuro stabile e senza chiare risorse per avviare un progetto di vita: nelle attività progettuali trovano preziosi spunti di riflessione sul giusto approccio alle difficoltà ed alle sfide del lavoro e dell’inserimento sociale: viene testimoniato ed illustrato il valore del cercare dentro se stessi la forza per avviare il proprio percorso di autonomia e il “coraggio della quotidianità”, rifuggendo le tentazioni di cercare nella vincita al gioco la soluzione facile ai problemi economici, come a quelli di costruzione identitaria e di affermazione personale.
La campagna informativa del progetto mira, dunque, ad incoraggiare i giovani all’atteggiamento proattivo, all’autodeterminazione, alla ricerca di emozioni attraverso sfide “sane” come i giochi di abilità, lo sport e la socialità, in opposizione al gioco passivo (es. la slot machine) ed all’isolamento, marginalità e all’esclusione che esso determina.
Il progetto approfondisce con uno studio demoscopico l’atteggiamento dei giovanissimi rispetto al gioco d’azzardo, per cogliere gli elementi emergenti a carattere culturale ed i modelli comportamentali che influenzano e rafforzano la motivazione dei giovani al gioco, in modo da trarne elementi utili a guidare le attività educative non solo del progetto, ma anche degli attori del processo educativo formale ed informale.
Creare una comunità più sensibile e attenta
Molte persone che non si sono mai rese conto del problema, della sua incisività e gravità, possono sviluppare un atteggiamento più consapevole ed una maggiore sensibilità verso i sintomi di disagio tipici ad esso associati, acquisendo la capacità di riconoscere e segnalare un caso “a rischio” ai familiari o agli amici della persona interessata, per attivare catene di aiuto. Grazie alla maggiore conoscenza della ludopatia e delle possibilità di intervenire con opportuni programmi di assistenza e cura presso strutture pubbliche qualificate, i cittadini diventeranno partecipi delle attività di prevenzione e contrasto.
Potranno, inoltre, contribuire alla crescita di una coscienza collettiva che stigmatizza il gioco illegale, presta particolare attenzione alla protezione dei minori, veicola messaggi di responsabilità e non alimenta l’attribuzione di valore incondizionato all’idea della vincita che “risolve” i problemi di una vita. Il valore del gioco nell’immaginario collettivo deve tornare ad essere quello di un passatempo divertente, cui dedicarsi con grande moderazione.
La campagna veicola al pubblico la consapevolezza della reale scarsa probabilità statistica di una vincita ingente, mostrando come le piccole vincite siano strumento di induzione ulteriore al gioco e mai una reale opportunità di guadagno: con l’ausilio di modelli divulgativi basati sulla matematica e sulla statistica, il pubblico comprende l’inganno sottostante alla falsa credenza che “più si gioca, più probabilità si hanno di vincere” come viene anche dimostrato attraverso simulazioni ed attività di osservazione sistematica sul rapporto tra spesa e vincite nei più diffusi giochi. Questa attività è realizzata in collaborazione con un gruppo di studiosi di livello universitario nel campo della matematica e della statistica, che hanno sviluppato strumenti efficaci e gradevoli di comunicazione
La campagna si svolge mediante un Tour Itinerante (stand multimediale), una serie di eventi e flash mob organizzati in piazza o presso fiere, università e scuole, centri di aggregazione, una serie di incontri con i giovani e una conferenza-spettacolo finale. L’idea è di attivare modalità di comunicazione innovative ed accattivanti, di elevato impatto emotivo, sia basate sulla partecipazione individuale che su quella collettiva.
È anche offerto un servizio gratuito di ascolto e orientamento ai servizi socio-sanitari attivi sul territorio, che garantisce l’anonimato, rivolto sia alle persone affette da ludopatia o a rischio, che ai loro familiari. Inoltre il progetto prevede il coinvolgimento sul territorio dei principali attori impegnati sul tema (enti, istituzioni, società civile) al fine di condividere strategie e realizzare insieme iniziative e attività, sviluppando un innovativo approccio multi-stakeholder.
Sono testimonial della campagna, grazie alle partnership attivate dal progetto, i vincitori di medaglia d’oro olimpica ed i campioni sportivi che aderiscono all’Associazione AMOVA (Associazione Medaglie d’Oro al Valore Atletico) e i campioni di scacchi (Associazione Italiana Scacchi).
Promuovendo l’attività sportiva e i suoi ideali di correttezza, lealtà, sacrificio, trasparenza e rispetto delle regole del gioco, intende offrire ai giovani degli strumenti utilissimi per sviluppare una maggiore capacità di fronteggiare le difficoltà della vita, offrendo l’esempio più evidente di correlazione tra impegno e risultato e collegandolo ai valori morali, alla condivisione e alla socialità, agli aspetti ludici ed emozionali che il “gioco” sportivo reca con sé.