In Italia si gioca e si scommette tanto, agli Italiani piace giocare e lo fanno sempre di più. Sicuramente lo Stato, se da un lato disincentiva, dall’altro stimola e induce a scommettere e tentare la sorte. Questo perché il giro economico e il guadagno presenta cifre da capogiro.
Negli anni ’80 chi voleva tentare la sorte in maniera più consistente, al di là dei circoli privati dove si giocava a poker o ad altri giochi di carte, doveva andare nei Casinò: Campione d’Italia, Sanremo, Saint Vincent e Sanremo i luoghi che aprivano le porte al sogno.
Ma fino agli anni ’90, in Italia il gioco d’azzardo era ritenuto un’attività ad alto rischio sociale.
Nel 1993 e 1994, lo Stato alla ricerca di nuove entrate per la spesa pubblica, individua nelle scommesse un’ottima opportunità di sfruttare il gioco d’azzardo come leva fiscale.
La prima lotteria istantanea è del 1994, poi l’estrazione del Lotto diventerà bisettimanale (governo Prodi) e nel 2005 trisettimanale (governo Berlusconi). Il primo governo Prodi autorizza l’apertura delle sale scommesse, il secondo l’azzardo online. Con Berlusconi vengono introdotte nei bar le slot machine, il Gratta&Vinci, e col decreto d’emergenza per il terremoto de L’Aquila, anche la possibilità di installare nelle sale i Vlt (videolottery), aumentano le sale poker, le scommesse ippiche, nuovi giochi numerici. Le campagne pubblicitarie diventano imponenti.
Nel 2011, era pronto il decreto anche sui cosiddetti «giochi di sorte», individuata anche la campagna pubblicitaria “Quando vai a fare la spesa al supermarket, non ritirare il resto, giocatelo”. Non entrò in vigore bloccato da Monti.
Negli ultimi anni sono aumentate e diventate sempre più insistenti le iniziative della società civile per bloccare il Gioco d’Azzardo, riconosciuto come patologia per la quale lo Stato con il Sistema Sanitario Nazionale paga cifre enormi e non solo di tipo economico.
Nel 2018 è nato il Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per il contrasto al gioco d’azzardo patologico in maniera da avere un’azione coordinata dei Comuni aderenti.
Ma bisogna riconoscere che alla spinta dal basso e dalla società civile non è seguita una valida e concreta iniziativa dei Governi che via via si sono succeduti negli anni. Citiamo tra le ultime iniziative, la limitazione della pubblicità sul Gioco d’Azzardo con il Decreto Dignità approvato a luglio 2018.
Pregevole l’iniziativa, ma di effetto limitato e non di grande efficacia.