Vincere al gioco potrebbe non essere una buona notizia per chi ha ottenuto il reddito o la pensione di cittadinanza. Con una novità introdotta durante l’esame alla Camera è ora previsto che «la perdita dei requisiti si verifica anche nel caso di acquisizioni di somme» sopra gli importi previsti «a seguito di donazione successione o vincite».
Accanto al divieto di utilizzare la card in giochi, rimasto in vigore nonostante le nuove norme di tutela della privacy che vietano allo Stato di monitorare le spese dei beneficiari, in Parlamento è stato introdotto un nuovo paletto, volto a scoraggiare scommesse e puntate. La novità non riguarda solo i giochi ma tutti gli incrementi di ricchezza che portano a superare le soglie di reddito e patrimonio stabilite dalla norma come requisiti massimi per ottenere il beneficio.
Una norma che rientrava già nella logica del provvedimento ma che durante il passaggio alla Camera è stata riformulata nel dettaglio, precisando chiaramente che i tetti non possono essere superati nemmeno nel caso in cui le somme aggiuntive siano state regalate, ereditate o vinte al gioco. Ovviamente il meccanismo scatta anche se la vincita è minore ma, sommandola a quanto già si possiede, si superano le soglie previste per i requisiti patrimoniali.
Questi sono articolati a seconda delle tipologie
di famiglia. Così se il valore base da non superare è di 6.000 euro, è previsto
un incremento di 2.000 euro per ogni familiare successivo al primo, fino ad un
massimo di 10.000 euro. Ci sono poi ulteriori incrementi dal terzo figlio in poi
e per eventuali familiari con disabilità. Dal terzo figlio la somma si
incrementa di 1.000 euro mentre per ogni disabile di 5.000 euro.